martedì


AD UN ANNO DALL'ABBATTIMENTO DEL CITTADELLA INVECE DI METTERE IN SICUREZZA LA CITTA' CON LE CASSE DI ESPANSIONE PROPONGONO DI ALZAREGLI ARGINI: UN' ASSURDITA'!

Nonostante l’inutile – oltre che barbaro da un punto di vista culturale - abbattimento del ponte Cittadella, proclamato e velocemente effettuato in nome della messa in sicurezza della città, di fatto, il problema della difesa dalle esondazioni del Tanaro resta e nulla di concreto è stato fatto in tal senso.
“ Un anno or sono, il 15 di luglio del 2009, la ‘‘‘giunta Fabbio’’’ deliberò l’ abbattimento del ponte Cittadella. Ad un anno di distanza - dichiara Enzio Notti, coordinatore del Comitato di Salvaguardia del Ponte Cittadella e per la Messa in Sicurezza della Città e presidente onorario di Italia Nostra Alessandria – ribadiamo che si è trattato di una decisione vergognosa e barbara dal punto di vista del danno culturale inferto alla nostra città, in quanto il vincolato ponte Cittadella era lo storico e naturale collegamento fra l’area monumentale della Cittadella e il centro storico di Alessandria.”
Se consideriamo poi che a caro prezzo gli alessandrini lo hanno visto abbattere in nome di una sicurezza cittadina per la quale nulla di concreto è stato effettivamente fino ad ora fatto, si può comprendere lo sconcerto nell’apprendere quali siano le ipotesi che ora vengono prese in considerazione: “ La decisione della demolizione – continua Notti - è stata inutile dal punto di vista della messa in sicurezza della città, in quanto il ponte, come e’ stato dimostrato dalle perizie esistenti, era ininfluente per quanto concerne il livello di piena del Tanaro in città in caso di alluvione.
A tal proposito troviamo davvero incredibile che l’amministrazione sia andata a Boretto, nel capannone dell’ A.I.PO. ove è ospitato il modello delle prove di simulazione dell’evento alluvionale nel nodo idraulico di Alessandria, portandosi appresso solo associazioni allineate con la sua linea di pensiero. In merito ribadiamo che l’ A.I.PO non ha ancora risposto alle precise richieste di perizie avanzate a suo tempo dal nostro Comitato, per le quali aspettiamo ancora notizie certe.
Nel mentre viene fumosamente detto, senza produzione di alcun dato peritale, che l’abbattimento del ponte avrebbe ridotto il livello di piena del Tanaro, ma non si portano elementi che indicano di quanti centimetri il livello di piena si sarebbe ridotto! Quella decisione è stata inoltre estremamente costosa per i cittadini, in quanto saranno spese decine e decine di milioni di euro per costruire il Meyer, ponte monumentale che risulterà però in contrasto con il contesto architettonico e ambientale in cui viene ad essere situato!
Il fatto che però stupisce enormemente è come, dalle dichiarazioni apparse sugli organi di stampa, la ‘‘‘giunta Fabbio’’’ scelga di difendere la città dal pericolo di inondazioni dichiarando di voler innalzare gli argini nel tratto cittadino! Questa tipologia di intervento è stata abbandonata fin dai tempi della grande alluvione del Polesine degli anni cinquanta proprio perché ritenuta inutile o dannosa!
Come mai, amministratori e organi tecnici non parlano più delle “casse di espansione”? Com’è noto con alcune decine di milioni di euro sarebbe possibile realizzare “casse di espansione” a monte di Alessandria in grado di decapitare la massima piena del fiume in casi come quello del 1994, quando l’onda alluvionale allagò la città. Come mai l’amministrazione comunale non promuove l’ azione verso tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle Province in cui scorre il Tanaro, la Regione, gli organi tecnici come A.I.PO e Autorità di Bacino per il Po, per realizzare finalmente queste “casse di laminazione”, mettendo finalmente al sicuro la città?
A tale proposito va ricordato come siano stati stanziati, agli inizi degli anni 2000, ben 120 miliardi di vecchie lire per realizzare “casse di espansione” a monte di Asti e di Alba. Chiediamo: DOVE SONO FINITI QUESTI DANARI? DOVE SONO STATI SPESI? PERCHE’ NON SI E’ INIZIATO A METTERE IN SICUREZZA LA CITTA’?
Questa richiesta di salvaguardia attraverso un progetto di questo tipo, come pubblicamente ribadito di recente anche da amici presenti durante la battaglia come l’ing. Claudio Lombardi, l’ on. Renzo Penna e il prof. Pierluigi Cavalchini, sarebbe l’unica soluzione possibile per risolvere definitivamente i problemi del nodo idraulico di Alessandria e non doverci più preoccupare di danni agli abitanti delle aree rivierasche del Tanaro.
Siamo ancora in tempo per non compiere scelte sbagliate: meglio fermare l’acqua prima che giunga in città che innalzare gli argini!”

lunedì

CITTADELLA: MANCA UN PIANO DI RECUPERO UNITARIO!

In riferimento alla polemica sorta in questi giorni attorno all’utilizzo della Cittadella per la ‘San Giorgio Motori’ anche Italia Nostra Alessandria naturalmente leva proteste per l’uso improprio e sconsiderato del monumento cittadino ed auspica l’intervento della Soprintendenza ai Beni artistici e architettonici. “A preoccuparci non sono solo gli usi impropri e sconsiderati, tra i quali caso più eclatante è il percorso di fuoristrada sui bastioni durante la San Giorgio Motori” – dichiara Enzio Notti, presidente onorario di Italia Nostra Alessandria – “Ma è soprattutto il fatto che tutte le singole manifestazioni che si sono svolte non si inquadrino in un progetto complessivo di recupero e valorizzazione di un bene di valore incommensurabile come è la Cittadella”.
Secondo Italia Nostra inoltre, il valore del monumento non è solo inestimabile dal punto di vista artistico e culturale, ma anche dal punto di vista economico: fin dieci anni orsono gli studiosi che parteciparono al convegno indetto dall’associazione per lo sviluppo e valorizzazione della fortezza parlarono di potenziale un volume di visitatori annui non inferiore ai centomila, che visitando quella che è la fortezza più bella nel suo genere porterebbero un introito non indifferente alla nostra città. 100mila persone all’anno porterebbero un afflusso di denaro tra i 15 e i 20 milioni di euro tra alberghi e servizi : cifra certamente importante in un momento di crisi importante come quello che la nostra città , ma non solo, sta passando. Per il mantenimento e risanamento del bastione potrebbero poi essere utilizzati gli introiti dei biglietti: calcolando una media di 10 euro a biglietto la cifra potrebbe aggirarsi attorno al milione di euro.
“Quello che Italia Nostra non comprende è come mai assessori comunali e sindaco vadano sostenendo nei loro interventi il costruire alberghi o riportare alla vita, al posto della Cittadella, il vecchio borgo Bergoglio. “ – asserisce ancora Notti – “ E’ una prospettiva secondo noi completamente sbagliata e dannosa per la città perché una impostazione del genere snaturerebbe la Cittadella con costruzioni incompatibili con il suo profilo architettonico, inoltre riportare il vecchio borgo alla sua attività trasformando la Cittadella da fortezza monumentale a borgata sarebbe un danno per tutta la collettività alessandrina.”.
L’alterazione del profilo annullerebbe l’attrattiva culturale e monumentale da parte del turismo, inoltre se diventa un borgo non sarebbe più un monumento e i turisti non verrebbero: quale guadagno ne deriverebbe da una operazione del genere per la città? Zero.
In questa visione di recupero e valorizzazione della cittadella noi crediamo sia fondamentale elaborare un progetto che fissi delle linee di azione per riportare questa gemma al suo valore e attirare visitatori dall’Europa e dal mondo. Questo implica la strutturazione di una rete di servizi che permettano al turista di fruire adeguatamente della bellezza della Cittadella: magari dei percorsi in carrozza, mettendo a disposizione ecologiche auto elettriche, un punto di osservazione panoramico per vedere la fortezza dall’alto, convenzioni con l’avio superficie per visite aeree… La valorizzazione comporta un uso museale, come già bene ha fatto la Fondazione Cassa di Risparmio con il museo delle divise e delle attrezzature, ma con una ulteriore implementazione. Quindi musei con dotazione di avanzate tecniche di reminiscenza cui potrebbero aggiungersi vere rievocazioni di eventi e momenti significativi della vita o dell’operazioni che qui avvenivano.
“Personalmente ritengo che una vera valorizzazione della Cittadella, vista in una ottica storica di lunga durata, dovrebbe puntare anche sul settore educativo” – sostiene ancora il presidente onorario di Italia Nostra Alessandria –“ Quindi dai corsi che vi si possono svolgere fino alla scelta, che guarderebbe avanti nei decenni, della realizzazione di un campus universitario e al limite scuole medie superiori per una circolazione del sapere e una formazione integrata e avanzata” .
E’ quindi evidente che le singole manifestazioni da svolgere nel complesso monumentale della Cittadella vadano sottoposte al vaglio della compatibilità con l’auspicato progetto di conservazione e valorizzazione.
In ogni caso non si può trasformare la Cittadella in un “polo fieristico”!